CORSO DI GIORNALISMO
INTRODUZIONE  


L’INFORMAZIONE E’ LA SUA STRUTTURA

1. Il mestiere. Quello del giornalista è un bellissimo mestiere. Ti pagano per imparare, per viaggiare, per scrivere o raccontare quello che vedi, per parlare con gente interessante, per sentire il polso della società e interpretarne gli umori.

Ma è pur sempre un mestiere. Con le sue tecniche e i suoi compromessi.
La storia recente del giornalismo ne dà un campionario interessante quanto smitizzante. L’indipendenza di giudizio, il metodico controllo delle fonti, la separazione dei fatti dalle opinioni sono valori e comportamenti che appaiono condivisi dai giornalisti postmoderni. Ma non sempre. E spesso ai modelli che affermano i valori tradizionali del giornalismo si affiancano gli esempi che vanno in senso contrario.

Del resto, il sistema dei media sembra pervaso da una dinamica autoreferenziale che impone all’agenda dei giornalisti delle gerarchie di priorità che non sempre corrispondono alla realtà percepita dal pubblico.

Come in qualunque altra situazione, ciascuno sceglie la propria strada e i propri valori. Ma per chi voglia portare avanti l’idea di un giornalismo motivato dallo spirito di servizio nei confronti della società, c’è una nuova grande occasione di rilancio: Internet non è altro che una tecnologia, ma per le sue caratteristiche dirompenti può essere colta come una tecnologia in grado di generare una discontinuità e dunque un insieme di opportunità. Per contribuire allo sviluppo di un nuovo modo di fare il giornalismo.

2. Trasformazioni recenti. Il compito di chi voglia studiare scientificamente l’evoluzione recente del giornalismo è gigantesco. E certamente superiore agli obiettivi di questo manuale. Perché le grandi trasformazioni sono profonde ed estremamente complesse:

a. Da mestiere sostanzialmente artigiano fino agli anni Settanta del Novecento, il giornalismo si è trasformato in breve tempo in un fenomeno fondamentalmente industriale;

b. Nello stesso tempo, il sistema industriale nel suo complesso si è trasformato portando il sistema dei media in una posizione centrale nell’economia della cosiddetta «società dell’informazione», cosicché il giornalismo ha finito per subire anche la trasformazione dei rapporti di forze tra le diverse componenti del sistema dei media, con il peso crescente della pubblicità e del marketing, con la crescente confusione (in nome dell’audience) tra servizio di informazione ed entertainment, con lo sviluppo di tecniche sempre più sofisticate per gestire le pubbliche relazioni al fine di indirizzare l’informazione e strutturare l’attenzione del pubblico.

c. Le tecnologie al servizio del giornalismo si sono trasformate radicalmente, prima sotto l’influsso dei mezzi di comunicazione di massa sempre più potenti come la radio e la televisione, poi a causa dell’accelerata innovazione dovuta alle tecnologie digitali.

Queste trasformazioni hanno cambiato la forma del mestiere giornalistico. Hanno cambiato la vita quotidiana dei giornalisti, hanno cambiato gli obiettivi in base ai quali sono valutati dai loro editori, hanno cambiato le forme narrative e la struttura dei loro prodotti. Talvolta i giornalisti hanno subito la trasformazione. Altre volte l’hanno rifiutata o rallentata. Ma non sono mancati i casi in cui i giornalisti hanno guidato l’innovazione.

3. La sostanza del mestiere. Ma attenzione: tutte queste trasformazioni non cambiano la sostanza del mestiere e il metro di giudizio con il quale si può valutare la qualità del giornalismo e dei giornalisti.

Quello che ha ispirato le migliori esperienze giornalistiche, da sempre, è la capacità di comprendere l’importanza del servizio che il giornalismo offre alla società e, va detto, al processo di costruzione della democrazia. Le migliori storie giornalistiche si riconoscono per la coerenza e la pienezza con la quale i maestri del mestiere e i loro buoni allievi hanno sentito e vissuto la responsabilità connessa al ruolo di giornalista.

La prospettiva si fa ampia e lunghissima. E questo manuale di giornalismo online non può che apparire come un piccolo contributo in un contesto di tale portata. Le trasformazioni tecnologiche, come quelle introdotte da Internet nel giornalismo, sono sempre poca cosa se le opportunità innovative che offrono non vengono colte o ben interpretate dalle società o dalle culture. Ma nel caso questo avvenga, gli effetti combinati delle novità possono essere giganteschi.

Dai tempi della civiltà greca classica, che con la sua capacità di trasformare le astrazioni in personaggi era riuscita a sintetizzare le qualità fondamentali dell’innovazione nel mito di Prometeo, l’Occidente si interroga sull’ambiguità delle conseguenze sociali e culturali delle nuove tecnologie.

E, tanto più, quando quelle innovazioni riguardano i modi e le motivazioni della trasmissione di informazioni.

Nella tradizione greca, Prometeo inventa tra l’altro l’alfabeto come conseguenza di una sua precedente invenzione: quella della contabilità. Si comincia a scrivere da sinistra a destra, si comincia a pensare per segni e non per immagini, il fondamentale legame tra i media e l’economia si dimostra e sostanzia. A partire da questo momento, come spiega Derrick de Kerckhove, cambia la struttura fondamentale dei modi di trasmissione culturale e persino il funzionamento del cervello di chi vive nelle civiltà occidentali. «L’effetto più visibile e forse più importante della rivoluzione alfabetica è stato a mio giudizio l’invenzione della prospettiva» dice de Kerckhove. «La prospettiva è la divisione dello spazio in segmenti proporzionali». E questo ha dato il via a una quantità di innovazioni concettuali fondamentali: «A causa delle proprietà sequenziali del nostro condizionamento alfabetico, la mente occidentale si è anche abituata a suddividere le informazioni in piccoli pezzi e a riassemblarli in un ordine sequenziale da sinistra a destra». Tutta la nostra visione del mondo ne è influenzata. «L’alfabeto ha fornito l’ispirazione di fondo e il modello per i codici più potenti dell’umanità: la struttura atomica, la sequenza genetica, i bit del computer».

L’alfabeto è dunque un codice che valorizza la capacità di astrazione, l’attitudine alla lettura sequenziale della realtà, l’orientamento analitico. È un esempio, estremo e fondamentale, di come dell’informazione vadano compresi sia gli elementi costitutivi sia le strutture che li trasmettono. Perché, come ormai la mediologia ci ha insegnato a pensare, il medium e il messaggio non si comprendono se non congiuntamente.

Ma questo discorso, ispirato chiaramente dalla famosa formula di Marshall McLuhan, maestro di de Kerckhove, «il mezzo è il messaggio», va a sua volta integrato con la sua meno nota ma altrettanto interessante osservazione secondo la quale «il pubblico è il contenuto». Chi usa l’informazione la determina.

Per Paul Levinson, studioso del pensiero di McLuhan, questa formula è ingiustamente sottovalutata. E i media interattivi cominciano a dimostrarlo. Non siamo più nel mondo dei media di massa, con i produttori di contenuti da una parte e dall’altra il pubblico che passivamente li riceve. Siamo nel mondo di Internet. In questo nuovo contesto il servizio online ha una ragione d’essere non solo se cattura l’attenzione del pubblico ma anche se riesce a partecipare ai temi della comunità degli utenti.

Chi voglia comprendere l’evoluzione dei modi attraverso i quali le persone si informano, si fanno delle opinioni, arrivano a operare le scelte conseguenti, non può concentrare l’attenzione solo sui contenuti trasmessi dai media ma anche sulla loro struttura: perché la struttura dei media influenza la capacità del pubblico di vedere i limiti del possibile e di giudicare la qualità delle singole informazioni.

Anche per questo, gli utilizzatori e i produttori di informazione si trovano dalla stessa parte: devono comprendere a 360° il modo di funzionare dei media se vogliono essere liberi o almeno coscienti della qualità di quello che viene trasmesso. Questo vale a maggior ragione per il piccolo e recente capitolo del giornalismo online. Il giornalismo online si comprende appieno guardando ai suoi contenuti, alla struttura che li contiene e alle forme di interazione con il pubblico. Ed è per questo che il manuale che avete sotto gli occhi tenta continuamente di paragonare il punto di vista dei giornalisti con quello di chi utilizza il loro servizio. In questo modo, dopo i prossimi capitoli generali, si passerà attraverso i vari aspetti pratici del giornalismo per ritornare infine alle responsabilità dei giornalisti nei confronti del pubblico e della società.

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Riferimenti:

Derrick de Kerckhove, La pelle della cultura. Un’indagine sulla nuova realtà elettronica, (volume curato da Christopher Dewdney), Costa & Nolan, Genova, 1996, 222 pagine.
Paul Levinson, Digital McLuhan, Routledge, 1999.

Marshall McLuhan: Il sito promosso dal McLuhan global research network che raccoglie non solo dati e informazioni sull’opera di Marshall McLuhan, ma è anche il punto di riferimento per quanti si rifanno oggi al suo pensiero: http://www.mcluhan.ca/
Il sito del McLuhan Program in Culture and Technology dell’Università di Toronto, diretto da Derrick de Kerckhove: http://www.mcluhan.utoronto.ca

Derrick de Kerckhove:
I primi due capitoli di The architecture of intelligence, di Derrick de Kerckhove: http://architecture.openflows.org/

I valori del giornalismo:
La sezione Etica e professione del sito dell’ordine nazionale dei giornalisti (sezione lombarda). Si possono trovare leggi in vigore in Italia; i codici di autoregolamentazione; specifici casi di giurisprudenza: http://www.odg.mi.it/etica.htm

La Spj (Society in Professional Journalism) è una associazione che si propone l’obiettivo di perpetuare e tutelare la libertà di stampa negli Stati Uniti. La sezione ‘Ethics in Journalism’ del loro sito contiene il codice deontologico dei giornalisti americani e una sezione di news sul tema della libertà di stampa e dell’etica della professione giornalistica, oltre a link e approfondimenti sull’argomento: https://www.spj.org/ethics.asp

Anche gli editori di giornali, negli Stati Uniti, rispondono ad un proprio codice di autoregolamentazione: http://www.asne.org/kiosk/archive/principl.htm

Il codice etico adottato nel 1995 dall’APME (Associated Press Managing Editors) l’associazione degli editori di giornali Usa e Canadesi membri della Associated Press: http://www.apme.com/about/code_ethics.shtml

Il codice etico dei giornalisti radio televisivi americani. Per estensione vale per tutti i professionisti dell’informazione elettronica e quindi anche per i giornalisti online: http://www.rtnda.org/ethics/coe.shtml

Per finire un database con i link ai codici etici di 110 ordini nazionali dei giornalisti: dall’Albania alla Yugoslavia: http://www.ijnet.org/code.html

La Charte des devoirs professionnels des journalistes français, adottata dal SNJ (Syndicat National des Journalistes) nel 1918, rivista e completata nel 1938 ; e la ‘charte du journaliste’ adottata a Monaco di Baviera nel 1971 dagli ordini dei giornalisti della Comunità Economica Europea: http://www.snj.fr/deontologie/chartes.html

Il testo del Código Deontológico de la Profesión Periodística approvato a Siviglia nel 1993: http://www.ijnet.org/3a784975a4f3f.html

The Journal of Mass Media Ethics is devoted toexplorations of ethics problems and issues in the various fields of mass communication. Emphasis is placed on materials dealing with principles and reasoning in ethics, rather than anecdotes, orthodoxy, dogma and enforcement of codes: http://jmme.byu.edu/index.php

I comportamenti dei giornalisti:

Il caso di Peter Arnett, il famoso giornalista televisivo americano licenziato dalla MSNBC per avere concesso un’intervista alla tv irachena durante la guerra del 2003: http://www.poynter.org/content/content_view.asp?id=27767

Due giornalisti olandesi ci parlano delle differenze esistenti fra vecchia e nuova (dopo internet) etica del giornalismo: http://users.fmg.uva.nl/mdeuze/publ15.htm

La Pistola Fumante è un sito che rende di pubblico dominio i comportamenti scorretti (sanzionati dalla magistratura) di giornalisti e protagonisti del mondo dell’informazione statunitense. Una bella serie di esempi di cattivo giornalismo: http://www.thesmokinggun.com/

E’ il sito di David Lawrence Dewey opinionista, paladino dei consumatori. Pubblica informazioni sui problemi derivati dall’uso di molti prodotti: dalle auto ai medicinali, tutte le informazioni che possono servire al consumatore: http://www.dldewey.com/

Un archivio completo di tutti i vincitori del Pulizer e la storia del premio più ambito dai giornalisti: http://www.pulitzer.org/

Internet e i valori etici della comunicazione. Il punto di vista del Vaticano. Il Consiglio Pontificio per la Comunicazione sociale espone le posizioni della Chiesa cattolica: http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/
pccs/documents/rc_pc_pccs_doc_20020228_ethics-internet_en.htm


La società dell’Informazione:

La società dell’informazione e lo sviluppo dell’utilizzo delle nuove tecnologie sono un elemento centrale nell’attività normativa e propositiva dell’Unione Europea. Ecco il sito dedicato a queste tematiche dalla Commissione guidata da Romano Prodi: http://europa.eu.int/pol/infso/index_it.htm

L’International Telecommunication Union è l’agenzia internazionale che si occupa di monitorare lo stato di diffusione delle nuove tecnologie della società dell’informazione e di promuoverne lo sviluppo. L’agenzia, su incarico delle Nazioni Unite, coordina anche i lavoro preparatori per summit mondiale sulla società dell’informazione che si dovrebbe svolgere in due fasi: nel dicembre 2003 a Ginevra e nel 2005 a Tunisi: http://www.itu.int/home/index.html

L’osservatorio Unesco sulla società dell’informazione. Statistiche, news e documentazione sulla diffusione di Internet e delle nuove tecnologie in tutti i paesi del mondo e sul digital divide: http://www.unesco.org/webworld/observatory/index.shtml

New Media & Society is an international journl launched to provide an interdisciplinary forum for the examination of the social dynamics of media and information change: http://www.sagepub.co.uk/frame.html?
http://www.sagepub.co.uk/journals/details/j0182.html

Dove la libertà di stampa è in pericolo:
Il rapporto annuale IPI World Press Freedom Review analizza lo stato dei media in 176 paesi e documenta le principali violazioni della libertà di stampa che si sono verificate nel corso dell’anno:http://www.freemedia.at/wpfr/world.html

Il sito di Reporters sans frontiers. Presenta lo stato di salute della libertà di stampa nel mondo e propone un aggiornato notiziario che riporta quotidianamente tutte le limitazioni e le violenze perpetrate ai danni di giornalisti: http://www.rsf.org/

Informazione senza frontiere, sito informativo realizzato dalla Federazione Nazionale della Stampa (Fsni) e dall’Arci affronta il medesimo tema dei precedenti ma è in italiano: http://www.italian.it/isf/

Le associazioni di categoria:
La Rtnda (Radio Television News Directors Association & Foundation) è l’associazione che riunisce i giornalisti elettronici (di radio e televisione) Usa: http://www.rtnda.org/. I web giornalisti, o almeno una parte di questi, è riunita nella Internet Press Guild ( http://www.netpress.org/) una associazione senza scopo di lucro fondata per promuove l’eccellenza nel giornalismo online.
Per l’Italia: i giornalisti italiani dell’Immagine: http://www.fotoinfo.net/


PRESENTAZIONE
-COME SI USA QUESTO MANUALE

INTRODUZIONE
-L’INFORMAZIONE E’ LA SUA STRUTTURA

PRIMA PARTE
INTRODUZIONE AL GIORNALISMO ALL'EPOCA DI INTERNET

SECONDA PARTE.
COME SI LEGGONO I GIORNALI ONLINE

TERZA PARTE.
IL PROGETTO DEL GIORNALE ONLINE

QUARTA PARTE.
PRODUZIONE DEL GIORNALISMO ONLINE

QUINTA PARTE
PROSPETTIVE DEL GIORNALISMO ONLINE